sabato 14 marzo 2009

Grazie Signora Thatcher, di Mark Herman

Una banda di ottoni suona nella notte, sotto alle finestre di un ospedale.
E’ l’ultimo concerto, l’ultima esecuzione. La battaglia è persa: gli sconfitti si arrendono rendendo l’onore delle armi a chi – sconfitto dalle circostanze e dalla malattia; sconfitto dalla vita – ancora incita a tener duro, non molla, non si arrende. Uno tosto, un duro.

Un film su chi vive la sconfitta, e chi non la vuole accettare; sulla dialettica tra le due posizioni. E, sì, un film per chi non vuole arrendersi; nemmeno di fronte alla vita, che è una battaglia persa in partenza, perché la vita è una storia che va sempre a finire male.
Siamo tutti perdenti, è un fatto. Ma questa storia ridà dignità a chi sa vivere la sua condizione con la dignità e l’umile orgoglio di ciò che ha saputo fare.

Come una banda di ottoni che suona alle finestre di un ospedale, per qualcuno che se lo merita.

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